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Amarcord Polito: “Salerno mi ha dato tanto. In estate volevamo Di Tacchio”

Cresciuto nelle giovanili granata e terzo portiere del Cavalluccio per due stagioni, Ciro Polito, attuale direttore sportivo della Juve Stabia, è ritornato a Salerno nel 2009. Un’esperienza non positiva, coincisa con i problemi finanziari dell’era Antonio Lombardi.

Il dirigente campano racconta a cuore aperto quei momenti sulle colonne del Mattino nell’edizione odierna della testata: “La m…a in faccia mi arrivò lo stesso perché perdemmo in casa contro il Sorrento allo stadio Arechi nell’ultima gara del 2010 e ci fu quella “sparata” sui senatori che non volevano il bene della casacca granata, proprio noi che avevamo preso quattro stipendi l’anno prima in Serie B e firmato carte e controcarte dopo la retrocessione per far iscrivere la Salernitana in Lega Pro. Ad Acri, ds dell’epoca, lo dico sempre quando lo vedo: mi avete rovinato. Non mi riferisco alla città di Salerno – prosegue l’ex portiere – che mi ha accolto da ragazzino e mi ha dato tanto, ma a quei personaggi che ruotavano intorno alla Salernitana dal 2009 al 2011. Non so quanti soldi ho perso, di sicuro molto più di 300mila euro. Il paradosso è che li avevo già in tasca perché strappai un biennale in Serie A con il Catania e feci tre anni di nuovo contratto in granata, pur potendo restare a Grosseto dopo la finale playoff persa. Poi il dramma sportivo e l’arrivo nello spogliatoio dell’americano Cala a Casignano. Passai quattro mesi fuori rosa e nelle partitelle facevo l’attaccante. Accettai di andare in panchina per amore della maglia solo nella finalissima di ritorno all’Arechi contro il Verona perché nei play-off per la B, l’ultima partita prima del fallimento, Caglioni era squalificato e in porta andò Rino Iuliano”. 

Sulle due squadre e sulla sfida di sabato: “Sarà un derby intenso, tirato. La Juve Stabia è partita con un handicap grande: le prime sei partite. Nelle successive sei, ha tenuto il passo di una squadra che deve salvarsi. Oggi la Juve Stabia è come un puledro figlio di Varenne. La Salernitana, invece, è già un cavallo di razza. Costruita per arrivare al vertice, ci arriverà. Può fare un buon viaggio: ha mezzi, potenzialità, uomini e guida per arrivare lontano”.

Uno dei giocatori più attesi della sfida è Di Gennaro, lo scorso anno in granata ora alle Vespe: “Ha fatto il suo compito in avvio di campionato e poi ha avuto un intoppo ma ha giocato solo una gara nel suo ruolo, da play a Perugia. Poi il mister ha dovuto sacrificarlo da trequartista e anche mezzala. Di Tacchio è stato apprezzato ma era fuori budget per noi”.

Polito snocciola la sua avventura in granata cominciata “un giorno al Mary Rosy, accolto da Ciccio Della Monica che mi volle negli Allievi a 16 anni”. Poi le due stagioni da terzo portiere “e il riscatto pagato 100 milioni di lire della Salernitana dopo il premio come migliore giovane dell’anno, assegnatomi a Coverciano. Restai due mesi perché chiesi di giocare la posto di Ivan che non andava ma fecero lo scambio con Squizzi. Però, poi, presero Lorieri”

(INTERVISTA COMPLETA SULL’EDIZIONE ODIERNA DE IL MATTINO)

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