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Amnesie individuali ma non solo: ko pesante, serve correggere il tiro in trasferta

Questione solo di atteggiamento, per il mal di trasferta? Chissà. Sta di fatto che in un momento verità e contro una diretta concorrente per un posto nei playoff, il cavalluccio è inciampato dinanzi all’ostacolo. Due giorni di riposo per la truppa di Colantuono, che riprenderà martedì gli allenamenti e proverà a porre rimedio alle storture viste al Tombolato in preparazione del match col Brescia del 10 dicembre. Occhio, magari, al discorso tattico: è da approfondire non poco il segnale dato dall’ingresso di Rosina, utile in un 4-3-1-2 e apparentemente rigenerato. Considerando che in una difesa a 4 è riproponibile anche il diligente Pucino come alternativa mancina a un Vitale svagato, il trainer ci penserà.

Prima che sui numeri, però, c’è da lavorare sulle teste. La Salernitana di ieri ha ricordato molto da vicino quella dei primi 30’ del mese scorso a Venezia: guardinga in partenza, poi pian piano progressivamente più padrona e vittima del gol, frutto di una disattenzione in marcatura, nel proprio miglior momento. Al Penzo lo scivolone fu di Micai, stavolta in condominio tra Casasola, saltato netto da Branca al cross, e Vitale mal posizionato nel tenere Strizzolo. Da lì, nessuna reazione fino all’intervallo. Ma se a Venezia la ripresa fu tutta in salita, con attacchi infruttuosi e un avversario arroccato, ieri i granata erano pure riusciti a riequilibrare tutto col pareggio. Poi, le solite amnesie.

La qualità, nello specifico quella di Rosina, è parzialmente servita a trasformare la Salernitana che non riusciva a esaltare bene le altre doti finora mostrate in campionato, solidità e corsa. Akpa, ad esempio, era visibilmente e comprensibilmente arrugginito ed ha provato a dare manforte a Di Tacchio nel filtro. Alla lunga, però, ha prevalso la maggiore freschezza cittadellese e Schenetti, tra le linee, ha dato piuttosto fastidio. E dire che la Salernitana veniva da venti giorni di stop.

L’interpretazione del 3-5-2 è parsa ieri discretamente positiva ma solo nella prima mezz’ora e soprattutto a destra, con Casasola bravo ad affondare più volte, mettendo una manciata di palloni in area pronti per essere impattati. Bocalon lo ha fatto troppo debolmente, però. Se lo scivolamento difensivo ha funzionato in partenza, qualche errore in più è stato commesso con la linea a cinque schierata. Al di là dei gol subiti, ad esempio, un paio di uscite a vuoto di Gigliotti sull’avversario. Generosi nel primo tempo i movimenti degli attaccanti che, nei fatti, sono stati poco produttivi: Bocalon ha provato a giocare la solita carta della mobilità, all’occorrenza, anche sulla corsia laterale per far spazio all’inserimento al tiro della mezzala che solo una volta ha messo Castiglia in condizione di concludere pericolosamente.

Il passaggio al 4-3-1-2 ha dato qualcosa in più. Sarà stato l’ingresso di Rosina, ma nella ripresa la squadra ha da subito dato impressione di maggior pericolosità. Il gol, e poi in seguito un filtrante al bacio per Bocalon che ha vanificato tutto. La chiave, in futuro, può essere proprio il trequartista. Se son… rosine, fioriranno.

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