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Tribunale Federale sul caso tamponi Lazio: Lotito inibito per 7 mesi

ARTICOLO ORE 16:40. Il Tribunale Federale Nazionale – Sezione Disciplinare ha inflitto a Claudio Lotito sette mesi di inibizione per la faccenda delle irregolarità nei tamponi e nei protocolli anti Covid in casa Lazio. La decisione è stata comunicata pochi minuti fa dalla Figc, dopo la camera di consiglio tenutasi in videoconferenza. In mattinata c’era stata l’udienza con la richiesta, da parte della Procura, di 13 mesi di squalifica per Lotito e 200mila euro di multa alla società biancoceleste. Leggermente diminuite le pene: arrivano 150mila euro di multa alla Lazio, mentre per i dottori Ivo Pulcini e Fabio Rodia i mesi di inibizione sono 12. Ora Lotito e la Lazio potranno fare ricorso in Corte d’Appello. L’avvocato Gentile lo ha già annunciato e farà altrettanto anche la Procura Federale per chiedere sanzioni più pesanti.


ARTICOLO ORE 13:40. È attesa per stasera, al più tardi domani, la decisione del Tribunale Federale Nazionale sul caso tamponi della Lazio e, di conseguenza, sul suo presidente Claudio Lotito, che è anche comproprietario della Salernitana. Questa mattina si è tenuta l’udienza in Figc e, secondo l’Ansa, la richiesta del procuratore federale, Giuseppe Chiné, sarebbe di tredici mesi di inibizione per lo stesso Lotito, con tanto di multa pari a 200mila euro nei confronti della società, mentre per il medico sociale e il responsabile sanitario della Lazio, i dottori Rodia e Pulcini, le richieste sarebbero di 16 mesi di stop.

A quanto pare, non sarebbero state avanzate ufficialmente ipotesi di penalizzazione della squadra biancoceleste. Il collegio giudicante, presieduto dal prof. Cesare Mastrocola, potrebbe esprimersi già in serata. I fatti si riferiscono agli esiti dei tamponi effettuati tra ottobre e novembre 2020 prima dei match Club Brugge-Lazio di Champions League, Torino-Lazio di Serie A e Zenit-Lazio di Champions. La società capitolina non avrebbe tempestivamente comunicato all’ASL competente la positività ai tamponi dei tesserati (nei primi due casi otto, nel terzo tre), né i nominativi dei contatti stretti, non concordando quindi le modalità di isolamento dei positivi e di quarantena dei negativi. Non sarebbe poi stato impedito a tre calciatori di allenarsi in gruppo prima del match contro i russi. Contestato anche il mancato isolamento di un calciatore schierato in Torino-Lazio e di uno inserito in distinta in Lazio-Juventus dell’8 novembre scorso.

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