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Disfatta totale a Bergamo, l’Atalanta passeggia 8-2. Nicola verso l’esonero

TABELLINO ATALANTA-SALERNITANA 8-2

Atalanta (3-4-1-2): Musso; Toloi (14′ st Demiral), Palomino, Scalvini; Zappacosta (13′ st Zortea), de Roon (1′ st Ederson), Koopmeiners, Ruggeri; Boga; Lookman (36′ st Maehle), Hojlund (19′ st Zapata). A disp: Sportiello, Rossi, Djimsiti, Okoli, Hateboer, Soppy, Pasalic, Muriel. All: Gasperini

Salernitana (3-4-2-1): Ochoa; Lovato (1′ st Gyomber), Fazio (16′ st Radovanovic), Pirola (40′ st Sambia); Candreva, Coulibaly, Nicolussi Caviglia, Bradaric; Vilhena (16′ st Kastanos), Dia (17′ st Bonazzoli); Piatek. A disposizione: Fiorillo, De Matteis, Bohinen, Capezzi, Botheim, Valencia. All: Nicola

Arbitro: Aureliano di Bologna (Zingarelli/Garzelli). IV Uomo: Paterna. Var: Dionisi (Muto).

NOTE. Marcatori: Boga al 4′ pt, Lookman rig. al 21′ pt, Scalvini al 23′ pt, Koopmeiners al 39′ pt, Hojlund al 40′ pt, Lookman all’9′ st, Ederson al 17′ st, Zortea all’84’ st (A), Dia all’11’ pt, Nicolussi Caviglia all’11’ st (S). Ammoniti: Koopmeiners (A). Angoli: 2-2. Recupero 3′ pt;

Una disfatta. Autentica, totale. Una figuraccia. Perché perdere al cospetto di un’Atalanta rivitalizzata e con tutti gli effettivi a disposizione ci può stare, ma non così. Non con la spocchia e la presunzione di una squadra che da mesi galleggia oltre la sua reale dimensione. Che racconta di una salvezza tutta da conquistare, di una classifica tutt’altro che rassicurante ma soprattutto di limiti perduranti, a tratti imbarazzanti, in difesa ed a centrocampo. Frutto di errate scelte tecnico/tattiche senz’altro, ma anche di un mercato che finora ha portato tante incompiute strapagate ed investimenti infruttuosi.

Chi pagherà? Nicola molto probabilmente, ma le colpe vanno anche ricercate altrove. Per ora pagano soltanto i circa duemila tifosi che hanno sfidato acqua e freddo per assistere ad una prestazione imbarazzante. E che hanno riposto striscioni e bandiere già nell’intervallo.

LA CRONACA. Nicola conferma il modulo col doppio trequartista ma a sorpresa non c’è Bonazzoli dal 1′. L’ex Toro, pur reduce da un buon momento di forma, si accomoda in panchina. A supporto di Piatek fiducia a Dia e Vilhena. A proposito di fiducia, altra chance per uno degli ex più attesi e meno rimpianti dell’incontro, vale a dire Mattia Lovato. Il recuperato Gyomber parte tra le riserve al pari di Bohinen. Coulibaly torna dalla squalifica e si riprende il posto accanto al confermato Nicolussi Caviglia.

Qualche sorpresa anche in casa Atalanta. L’altro grande ex Ederson, lui sì fin troppo rimpianto, non trova spazio nell’undici base. Gasp concede la titolarità a Boga dopo il buon impatto avuto a gara in corso a Bologna. Completano il tridente Lookman e il giovanissimo Hojlund. A proposito di ex: in panca va anche Zortea, in campo invece Ruggeri a sinistra con Zappacosta sul versante opposto.

Al 4′ l’Atalanta è già in vantaggio. Palomino anticipa Piatek lanciato verso la porta e ribalta l’azione. Poi fa tutto da solo Boga, con bravura e fortuna. Vince un rimpallo su Coulibaly, manda fuori tempo Nicolussi Caviglia e trova il piede di Pirola a spiazzare Ochoa. Atalanta subito avanti e gara immediatamente in salita per la truppa di Nicola. Che, come spesso accade, al gol subito inizia a perdere riferimenti e distanze. Al 7′ altra imbucata sulla fascia dove stavolta si inserisce Zappacosta. Suggerimento a tagliare l’area, Koopmeiners impegna severamente Ochoa.

La Salernitana la rimette in piedi all’11’. Piatek va in cielo, anticipa Palomino e manda in porta Dia che con la zampata supera Musso. E’ un match di pugilato, le due squadre si rispondono colpo su colpo. E al 13′ Ochoa salva con i pugni sul piazzato di Lookman sulla trequarti dove a turno i calciatori di Gasperini usufruiscono di eccessiva libertà. Al 16′ provvidenziale anticipo di Toloi su Piatek pronto a scaraventare in rete il bel cross di Candreva. Al 18′ colossale ingenuità di Fazio che frana addosso a Hojlund anziché accompagnarlo verso l’esterno. Aureliano prima fischia fallo dal limite, poi è richiamato dal VAR. E’ penalty, tira Lookman e Ochoa per poco non compie il miracolo. Dea avanti e interruttore granata nuovamente rispento. Stavolta l’Atalanta ne approfitta da corner. Scalvini brucia Coulibaly e non lascia scampo a Ochoa.

Il portiere messicano ci mette ancora una pezza su Hojlund, lasciato improvvidamente nella zona di pertinenza del pachidermico Fazio. Mossa inspiegabile, al netto delle non perfette condizioni di Gyomber che, sul piano del passo e della velocità, avrebbe sicuramente meglio potuto contrastare il velocissimo numero 17 dell’Atalanta. La Salernitana barcolla e imbarca acqua da ogni parte. Boga svernicia Lovato, per poco Fazio non fa autogol.

Imbarazzante l’argentino sullo scatenato Hojlund. Fazio ancora in ritardo sulla sterzata, intervento goffo e falloso e altro penalty. Gasperini indica Koopmeiners dal dischetto, Ochoa respinge ma è l’olandese ad arrivare prima sulla sfera. Quattro a uno, piove – e non solo metaforicamente – sulla testa di Nicola. Ma è soltanto l’inizio. Minuto 41, Hojlund brucia in campo aperto l’impresentabile Fazio e cala il pokerissimo. Al netto delle non perfette condizioni fisiche di Gyomber, lasciare l’argentino uno contro uno su Hojlund in campo aperto è sembrato come presentarsi a un gran premio di Formula1 al volante di una Fiat 126.

Tutto ciò che accade dopo l’intervallo vale solo per le statistiche. La Salernitana la gara l’ha già persa, o forse non l’ha mai cominciata davvero. Per la cronaca i granata prima sfiorano il gol con Bradaric e Piatek, poi segnano Lookman, Nicolussi Caviglia e gli ex Ederson e Zortea. Finisce 8 a 2 e mai come stavolta il triplice fischio finale ha il sapore della liberazione. Ora bisogna voltare pagina. Sabato c’è il derby contro la corazzata Napoli che scoppia di salute, la Salernitana lo affronterà con un nuovo allenatore.

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