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Pagellone Lecce-Salernitana: Dia inarrestabile, finalmente Sambia. Crnigoj lottatore

OCHOA 6,5. La respinta sui piedi di Colombo (con palla alle stelle dell’ex milanista) è l’unica occasione che lo vede seriamente impegnato nel primo tempo, gol di Strefezza a parte: lì si distende anche bene ma non ci arriva. Presente nel secondo tempo, respinta lucida ed efficace sul lato quando Di Francesco (65′) ci prova dalla distanza.

SAMBIA 7. Un’opportunità nel suo ruolo, il laterale difensivo a quattro. La sfrutta molto bene. Sembra più a suo agio, anche se regala un sanguinoso pallone ai giallorossi dopo una dozzina di minuti per una ripartenza non sfruttata. S’immola e mette il corpo per evitare il 2-2 leccese sulla botta sicura di Colombo. Trova la giusta dose di tranquillità e spensieratezza, anche qualche discesina. Con l’ingresso di Di Francesco va maggiormente in affanno. La Salernitana scopre un interessante tiratore di calci di punizione: mette seriamente i brividi in due occasioni a Falcone. Si carica di un’ammonizione che poteva evitare, esce (anche per questo) stremato. Non giocava più di un’ora dal 3 aprile scorso. (dal 37’st LOVATO sv. Subito un intervento decisivo, poi però pretende di uscire palla al piede nel recupero).

BRONN 6,5. Torna titolare dopo i problemi muscolari che l’hanno tenuto fuori contro Atalanta e Napoli. Fa sentire subito i tacchetti a Colombo, lo segue bene. Non sarà bellissimo da vedere, però rende ed è sempre nel posto giusto. Ultimi minuti da terzino.

EKONG 6,5. Esordio bis in Serie A per il nigeriano. Ci mette subito il fisico. Attento in chiusura, forse non abbastanza cattivo quando i salentini accorciano le distanze. Poco pulito nel gesto tecnico in generale, ha altre caratteristiche; è comunque sempre roccioso, quel che serve in partite e momenti del genere. L’ingresso di Ceesay lo mette un briciolo più in difficoltà.

BRADARIC 6,5. Molta sostanza in avvio. Chiude bene le diagonali e fronteggia bene Oudin. Nell’azione del raddoppio ringhia fino a centrocampo e conquista il pallone decisivo per trasformare tutto in raddoppio. Baroni gli sposta Strefezza addosso e il coefficiente di difficoltà si alza. Lui tiene discretamente. Calcia nervosamente il pallone sui led pubblicitari a gioco fermo al 38′ della ripresa e rischia tantissimo: già ammonito, Massa lo grazia.

CANDREVA 7. Nicola gli chiede di aiutare Sambia e poi distendersi per mettere in difficoltà Pezzella. Diligente, gestisce e si gestisce, accompagna spesso l’azione offensiva. In apertura di ripresa disegna una traiettoria che per poco non sorprende l’estremo difensore avversario. Motore al massimo fino alla fine.

COULIBALY 6,5. Sembra non avere il freno a mano completamente abbassato in partenza, alterna cose buone ad altre meno. Frana su Strefezza e viene giustamente ammonito. Un giallo che condizionerà la durata della sua gara. Nella rampa di frazione verso l’intervallo inizia a crescere. Ruggisce nel quarto d’ora del secondo tempo in cui resta in campo con una serie di interventi decisivi in interdizione e conseguenti falcate. Nicola lo toglie dalla contesa per non correre il rischio espulsione. (dal 16′ st CRNIGOJ 7. Lottatore massiccio e dinamico per la prima in granata).

BOHINEN 5,5. Dopo un pessimo primo tempo col Milan e due panchine di fila, rieccolo davanti alla difesa in un modulo inedito. Ma lascia la spunta sulla “modalità aereo” e incide molto poco. Si addormenta inspiegabilmente al quarto d’ora e propizia un contropiede avversario pericolosissimo. Getta via qualche pallone di troppo, ci mette un po’ per entrare in partita. Anzi, non ci entra fino in fondo. (dall’1′ st NICOLUSSI CAVIGLIA 7. Tutta un’altra cosa, scherma e suggerisce. Rischia tantissimo nell’ultimo giro di lancette per un tackle durissimo su Umtiti).

VILHENA 7,5. Dentro la partita fin dai primi minuti, deciso nei contrasti. Il gol non è un caso: scelta di tempo, mira e freddezza top per il suo terzo gol stagionale. Nella seconda parte della prima frazione, tuttavia, si abbassa forse troppo. Cala nel secondo tempo. (dal 40′ st KASTANOS sv. Pochi minuti ma con lo spirito giusto).

DIA 8,5. Un rapace, si coordina alla grande e buca Falcone da fuoriclasse al pronti-via. Poi, l’assist morbido per Vilhena. Comincia largo, poi però va dappertutto e torna a difendere con spirito determinante, sebbene non sia il compito che gli si addice. Quando riparte in velocità si ha sempre la sensazione che può creare pericoli. Pelo nell’uovo: avrebbe potuto sfruttare meglio la ripartenza dell’89’ nata da una sua gran giocata a metà campo.

PIATEK 6,5. Lotta tra Umtiti e Baschirotto, perde troppi duelli aerei nel primo tempo. C’è da dire che non si tratta della sua specialità. Cerca di fare reparto, attacca la profondità quando può e non lesina generosità nella fase di non possesso. Meglio quando, soprattutto nel secondo tempo, esce dai blocchi e prova a far salire la squadra guadagnando falli preziosi. Un retropassaggio centrale di fine partita fa tenere tutti col fiato sospeso).

ALL: NICOLA 7. Un altro carattere nell’approccio, nel saper soffrire e scacciare la crisi, finalmente. L’abbraccio che la squadra gli riserva sui gol è un segnale bello, di distensione. Certo, non c’è la bacchetta magica: un pizzico di timore nei due-tre momenti di blackout prima del 20′, tra passaggi sbagliati e dormite decisive, era fisiologico negli strascichi dei precedenti dieci giorni. tatticamente si piazza 4-5-1 in fase di non possesso, proprio come nel derby, stavolta con risultati migliori anche grazie al gol a freddo di Dia. Ridisegna i suoi con un 4-1-3-2 invece in fase di possesso, chiedendo ancora al senegalese di partire largo a sinistra. Il raddoppio è meritato, ma al primo ingresso leccese in area di rigore i locali accorciano. Il vantaggio – si vede – non scaccia via i timori quando il Lecce entra in area. Andare all’intervallo avanti fa comunque bene alla testa perché i giallorossi avevano creato quelle due-tre occasioni pericolose. Nella ripresa subito dentro Nicolussi per un Bohinen più che distratto, però il baricentro dei suoi si abbassa consapevolmente ma anche pericolosamente. Il contraltare è la maggiore capacità di ribaltare il fronte dando impressione di incisività, senza però precisione nella finalizzazione. Si è rivista la sua squadra.

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