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Pagellone Roma-Salernitana: Coulibaly governatore, Piatek sgobba, Pako e Lovato entrano bene

OCHOA 6,5. Praticamente inoperoso per i primi 45′. Reattivo quando si tratta di avvinghiare palloni vaganti. Non avrebbe potuto far nulla sul gol poi annullato a Ibanez, respinge correttamente al lato la punizione su cui El Shaarawy si avventa per il pari, non riesce a evitare il tap-in. Dice no ad Abraham di testa a 10′ dalla fine ma non può nulla su Matic. Sicurezza nelle uscite finali.

DANILIUC 6,5. Buon posizionamento, corretta lettura, aggressione puntuale all’avversario anche nella metà campo avversaria inoltrata, se necessario. Un po’ in affanno su Solbakken a fine prima frazione nell’azione che genera il corner dell’1-1 poi annullato. Molto concentrato anche nella ripresa, va a prendersi un giallo decisamente evitabile per aver allontanato un pallone: diffidato, non ci sarà con l’Udinese.

GYOMBER 6,5. Rieccolo dal primo minuto dopo il pit stop nello stadio che fu suo nel torneo 2015/16 anche se solo per 6 spezzoni. Pronti-via: calzettoni giù e avversario di turno puntualmente in soggezione. Chiude dappertutto, tiene Belotti con la coda tra le gambe ma è troppo irruento in un paio di occasioni in cui avrebbe potuto evitare il fallo. Ammonito, pure lui salterà la prossima. (dal 72′ LOVATO 6,5. Subito in partita da centrale. Pochi minuti e passa braccetto mancino. Si batte al meglio).

PIROLA 6,5. Se dalle sue parti la Roma non sfonda nella prima frazione ha buon merito. Ci mette il corpo poco prima dell’intervallo nascondendo per tempo il braccio dietro le spalle. (dal 77′ TROOST-EKONG 6. Gli tocca tenere botta in un momento di rimonta e di “tutto per tutto” della Roma. Non senza affanni garantisce fisicità ma rischia tanto nel recupero su Cristante).

KASTANOS 6. Torna a destra dove aveva fatto benissimo ad aprile. Sembrerebbe costretto a sacrificarsi per contenere El Shaarawy ma il Faraone non punge. Potrebbe farlo il cipriota che si fa notare solo per una conclusione dalla distanza e risulta un po’ timidino a vantaggio acquisito: potrebbe affondare e non lo fa. A inizio ripresa si dimentica del 92 giallorosso sul gol. (dal 59′ MAZZOCCHI 7. Il compagno aveva finito la benzina e non aveva grosso passo per contenere le sfuriate di casa. Con il turbo dell’ex veneziano Sousa prova a spegnere gli ardori sulla sinistra dei giallorossi. Ci riesce e guadagna anche nella fase di spinta con qualche folata interessante. Un recupero generosissimo a pochi secondi dalla fine è… Pako).

COULIBALY 7,5. Governatore assoluto del centrocampo, stravince il confronto ravvicinato con Camara. Delizioso il lancio che propizia l’1-0. Dove mette piede erge pareti insuperabili. Un po’ in debito nel finale, tutto altamente comprensibile.

BOHINEN 6,5. È la scelta formato europeo: in campo contro la finalista di Europa League dopo l’ultima da titolare contro la Fiorentina che si giocherà la vittoria della Conference. Palleggia subito bene, testa alta e personalità. Gli stadi top lo motivano. Spicca pure nell’interdizione. Carica il sinistro a 10′ dall’intervallo. Con l’ingresso di Pellegrini il coefficiente di difficoltà in fase di non possesso aumenta, lui gestisce ma progressivamente arriva la stanchezza. (dal 72′ VILHENA 6. Ci mette impegno e dedizione tattica ma non riesce a far ripartire la squadra con la Roma in forcing. Dà il suo contributo nel contenimento).

BRADARIC 6,5. Subito fluido nella corsa, sgambetta bene e più del compagno di destra nella metà campo romanista nella prima mezzora. Col passare dei minuti arretra. Esegue con cura la fase difensiva e soprattutto nel secondo tempo mantiene la posizione con attenzione ed efficacia nello sbrogliare matasse complicate.

CANDREVA 8. Più trequartista del solito, viene dentro a cercare il pallone che è un piacere. Inserimento top sul gol del vantaggio, per non parlare del pallonetto acrobatico che fulmina Rui Patricio dopo una dozzina di minuti. Nella stessa porta aveva trafitto pure la Lazio in stagione: gli porta evidentemente bene. Tutto il contributo anche in termini di esperienza fino a che resta sul terreno di gioco. (dal 77′ BOTHEIM 6. Entra in un momento difficile, non riesce a tenere palla ed è costretto praticamente a dare solo una mano nella fase di non possesso).

DIA 8. Subito propositivo, ronza spesso in zona Bove nei primi 20′. Poi rallenta e gira più al largo. Sembra risparmiare energie per la ripresa e fa bene perché di tacco – magari non troppo volontariamente – mette dentro il gol numero sedici di una stagione straordinaria. Un pizzico di nervosismo nel finale quando si vede trattenuto in campo aperto.

PIATEK 6,5. Un po’ appannato nella gestione della palla quando riesce – poche volte – a metterla giù. Combatte con Smalling e il lavoro sporco è premiato dal rimpallo da lui generato (dopo un ottimo controllo) per il gol di Dia. Poco pulito in un paio di circostanze che avrebbero potuto tramutarsi in pericoli.

ALL: SOUSA 7. “Fa fuori” dall’undici titolare Mazzocchi per puntare sulla capacità di rientrare di Kastanos e rinuncia al “binario” dall’inizio. Un modo probabilmente per avere a disposizione quell’arma in grado di spaccare la partita in corso d’opera che contro le big ha sempre detto di volersi riservare. Parte con un 3-4-1-2 che vede Candreva trequartista a supporto della coppia Piatek-Dia. Un filo più avanti del solito il senegalese. Buon possesso in avvio, senza timidezza. La serenità che arriva dalla salvezza aritmetica produce una manovra ariosa e un vantaggio meritato. Il primo tempo, grazie a un netto dominio del centrocampo per forza e qualità, è quasi tutto campano. La Roma ci prova solo da fuori area e pareggia su palla inattiva e mano… attiva di Belotti. Ma la rete è annullata e c’è sollievo, con la consapevolezza però che sarà un secondo tempo rabbioso da parte degli avversari e non sonnacchioso come il primo. Il segnale è il triplo cambio (Llorente, Matic e Pellegrini) di Mou, l’effetto è il pareggio immediato. I granata sono tutt’altro che in vacanza e reagiscono come già fatto in passato sui campi delle big. Cambi corretti nel timing e nelle scelte: Mazzocchi per i risultati di cui sopra, Vilhena per dare più lucidità alla mediana e soprattutto due marcatori freschi in difesa quando Mou se la gioca con Abraham e Belotti vicini. La Roma va in forcing e pareggia, si accende la miccia nel finale. Partita vera, un altro punticino conquistato: record storico della Salernitana in A.

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