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Sabatini, passato turbolento a Bologna: sabato però ritroverà l’amico Sinisa

Sabato Walter Sabatini si troverà di fronte il suo recentissimo passato. Il match tra Bologna e Salernitana, terminato 3-2, rappresentò l’esordio in A dei granata, lo scorso 22 agosto. Walter Sabatini assistette alla vittoria della squadra di Mihajlovic dalle tribune del Dall’Ara, vicino all’ex granata Di Vaio, da dirigente rossoblu. Sabato quindi si troverà di fronte il suo recentissimo passato.

Nel giugno 2019 l’ex ds della Roma fu scelto dall’imprenditore canadese Joey Saputo come coordinatore delle aree tecniche di Bologna e Montréal Impact (società controllate dalla medesima holding). Un rapporto interrotto lo scorso settembre, dopo un trittico di sconfitte (Inter, Genoa ed Empoli), con ben dodici reti incassate. A pagare fu non l’allenatore Mihajlovic e né i dirigenti Bigon e Di Vaio, bensì Sabatini che poco tempo dopo chiarì, in un’intervista al Corriere dello Sport, di non essersi dimesso come si vociferava: “Non mi sono dimesso dal Bologna. C’è stato un cortocircuito. Ho solo scritto a Saputo, dopo una brutta sconfitta in casa, dicendo che ero a sua disposizione per qualunque decisione volesse prendere. La mattina dopo è venuto in ufficio: è meglio che le nostre strade si dividano”. Il contratto di Sabatini era scaduto in agosto e in attesa di essere rinnovato. Nei mesi successivi il dirigente umbro ha rifiutato la corte del Genoa, prima di accettare quella della nuova Salernitana targata Iervolino.

Difficile convivenza

Facendo un passo indietro i due anni rossoblu di Sabatini non sono stati privi di turbolenze. Al dirigente sono stati imputati investimenti che poi non hanno reso, come i 15 milioni per Barrow. Ma forse la responsabilità non era totalmente sua, il ruolo di direttore sportivo infatti apparteneva a Riccardo Bigon, come spesso precisato da Sabatini. Lo stesso dirigente sembrava non aver ben chiari i suoi compiti, fece scalpore una sua dichiarazione: “Non so bene cosa io stia facendo qui a Bologna”. Una frase ossimoro con il “vengo qui per fare calcio, sono orgoglioso di essere a Bologna” dichiarato alla presentazione come dirigente rossoblu. Certamente Sabatini ha fatto spesso da scudo al tecnico Mihajlovic, instaurando un rapporto forte con lui e anche con i calciatori, come confermato dallo stesso allenatore serbo: “Avevo creato un bel rapporto di amicizia, era una persona importante per me in questa società, mi divertivo a stare con lui, gli voglio bene e lui mi vuole bene”.

Il suo rapporto invece con il chairman Saputo e l’ad Fenucci non è mai sbocciato. Come forse non è mai sbocciato quello con Bigon e l’ex bomber granata Marco Di Vaio (responsabile scouting). Spesso sul mercato le idee e le strade si sono infatti divise; Dominguez e Arnautovic sono stati ad esempio colpi di Sabatini. Emblematica, in tal senso, la frase di Sabatini dopo il ko per 4-2 contro l’Empoli dello scorso settembre: “È stata costruita una squadra a c****”. Ultime parole prima dell’allontanamento. “Io e Walter ci siamo voluti bene e aiutati reciprocamente. A un certo punto le strade si sono separate come spesso accade nel calcio. Posso parlare solo bene di Walter, come persona, per come si è comportato con me e lui lo ha fatto più volte con me”, ha dichiarato Bigon in una recentissima intervista al Corriere di Bologna. Pensieri che forse mascherano un feeling mai nato tra il ds rossoblu e l’attuale ds della Salernitana.

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