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Serie B

Tra battaglie e prove di forza, la B 19/20 non ha ancora format: cons. federale decisivo il 30/1

Il campionato è esattamente a metà strada, prossimo alla partenza del girone di ritorno, eppure non si conosce ancora il format dell’edizione successiva. È il paradosso della Serie B più pazza di sempre, nata sotto turbolenti e polemici auspici estivi – tra fallimenti, mancati ripescaggi e pioggia di ricorsi che si sono protratti fino all’autunno inoltrato – e che oggi prova a portare a termine l’ennesima prova di forza. Per la verità, fino a questo momento, la linea sposata dai club cadetti l’ha sempre spuntata anche nelle aule dei tribunali.

Il 30 gennaio sarà data cruciale. Tra quindici giorni a Roma è convocato il Consiglio Federale che (si spera) darà finalmente una risposta alle squadre cadette e a quelle della Serie C che ambiscono al salto di categoria sul numero di compagini che comporranno il campionato 2019/20. La tiritera è sempre la stessa: da normativa federale le squadre dovrebbero essere 22, perchè il colpo di spugna estivo targato Fabbricini ha soltanto concesso un’eccezione per le 19 squadre correnti, a fronte delle dipartite di Cesena, Bari e Avellino. Il neo eletto presidente federale, Gravina, ha da tempo detto la sua, perorando la causa di un ritorno a 20 squadre come negli anni Novanta ma in maniera graduale, riportando frattanto il format a 22, mentre la recente assemblea della Lega B ha partorito all’unanimità la proposta di portare il campionato a 18 club, adeguandolo alla Serie A. La cosa verrà discussa in via Allegri a fine mese, le scintille sono assicurate.

“Bisogna agire con grande senso di responsabilità. I conflitti che ci sono stati in questi anni, e tutti i fallimenti e le criticità a cui abbiamo assistito, derivati anche dalla mancata concretizzazione di riforme come questa, devono farci capire che si deve continuare a lavorare per cercare la sostenibilità economica-finanziaria delle leghe calcistiche. Lo dobbiamo anche e soprattutto a tutti quei dipendenti delle società che poi si trovano a perdere il lavoro, con una famiglia a carico. La sostenibilità del sistema è un elemento imprescindibile e il nostro percorso va in questo senso e a tutela di tifosi, dei club e dei dipendenti. Ma non solo, una riforma di questo tipo permette un aumento dello spettacolo, della qualità, ma anche di tutelare a livello medico-sanitario i calciatori – ha detto ieri Mauro Balata, numero uno della Lega B, ai microfoni Rai di Gr Parlamento – La nostra proposta, decisa all’unanimità, è per un format a 18 squadre. Riteniamo che sia la soluzione migliore proprio per quanto ho appena detto. Ho grande stima del presidente Gravina, persona che conosce molto bene il movimento calcistico e persona di grande cultura e senso di responsabilità e che già ha portato a casa una riforma importante come quella sul tema delle licenze nazionali, cosa non da poco. Credo altresì che, nel momento in cui interpreta il ruolo di presidente federale, come di colui che rappresenta tutte le componenti e tutte le leghe, non possa non portarlo avanti in maniera equilibrata e trovando la sintesi senza mai appiattirsi o sostenere le tesi di qualcuno ma, al contrario, portando avanti un programma molto impegnativo per ridare credibilità a questo mondo. E noi saremo tutti ancora più soddisfatti di avere un presidente come Gabriele Gravina. Dobbiamo tutti dare forza al presidente e al Consiglio federale e fare tutto ciò che è necessario per recuperare credibilità, e in questo il presidente federale è determinatissimo“.

Gabriele Gravina, sulle pagine della Gazzetta dello Sport, non sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda di Balata: “La B tornerà a 22, l’ho già detto con chiarezza, a meno che non intervenga una decisione del Consiglio federale con la maggioranza dei tre quarti. Non saranno consentite ulteriori fughe in avanti. Se dovessi percepire minacce di nuovi contenziosi, adotterò tutti i provvedimenti necessari. Detto questo, possiamo stabilire il percorso che porti in via definitiva la Serie B a 20 squadre, con la mia disponibilità a proporre il blocco dei ripescaggiHo chiesto aiuto al Governo, ma fino ad oggi sono stati impegnati con altro. Ora sono tornati a concentrarsi sul progetto del semiprofessionismo. Se dovesse passare, scenderemmo a 40 squadre professionistiche, senza spargimenti di sangue. Viceversa, mi troverei costretto ad invocare un commissario ad acta, perché il sistema così non è più sostenibile. Il calcio non è dei presidenti, ma di milioni di tifosi. È a loro che dobbiamo dare certezze.

Anche dalla Lega Pro sono pronti a battagliare contro la proposta di ulteriore riduzione avanzata dai club cadetti. “La partita è chiusa: il prossimo anno la B sarà a 22 come abbiamo già stabilito. Inutile che Lotito tenti una prova di forza, non servirà a nulla. Se necessario voteremo in consiglio: abbiamo la maggioranza per imporci”, ha affermato Francesco Ghirelli, presidente dei club di terza serie. Il co-patron granata è stato infatti un convinto fautore dapprima del campionato a 19 squadre e, adesso, dell’ulteriore riduzione. Che, pallottoliere alla mano, comporterebbe una retrocessione in più in C. Già da questa stagione? Probabilmente sì. Ma dirlo a campionato in corso e a calciomercato praticamente finito rappresenterebbe un qualcosa di anomalo, quantomeno. La Serie B minaccia ricorsi e battaglie in caso di ritorno a 22 squadre (che invece porterebbe a ben 7 promozioni dalla C alla B, nda). Il buon senso, appare logico, vorrebbe una via di mezzo a 20, perchè quel numero dispari proprio non piace a nessuno, protagonisti, addetti ai lavori e semplici tifosi. Appuntamento al 30 gennaio.

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