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UFFICIALE. Ritorno in campo (e alle origini) dopo 18 mesi: in bocca al lupo, Dziczek!

dziczek

Dopo oltre un anno e mezzo di assenza dal rettangolo verde, la travagliata storia di Patryk Dziczek, potrebbe avere un lieto fine. Anzi, una lieta continuazione. L’ex giocatore della Salernitana ritorna nella squadra che lo ha cresciuto, svezzato e lanciato nel calcio dei grandi, il Piast Gliwice. Tornerà soprattutto in campo, nella speranza di aver definitivamente risolto i problemi di salute che rischiarono di rendere drammatica la stagione 2020/21, poi chiusa con la promozione in A del cavalluccio marino. La Lazio, che ne deteneva ancora il cartellino, lo ha ceduto a titolo definitivo alla squadra in cui aveva già giocato dal 2015 al 2019, collezionando 4 reti in 63 presenze. Dovrà ancora aspettare un po’ per trovare la migliore condizione, ma intanto la strada è in discesa

La carriera a Salerno e i problemi

Dziczek arrivò a Salerno durante la gestione di Gian Piero Ventura e, quell’anno, disputò 20 partite, riuscendo anche a segnare nella sfida contro la Cremonese del 29 giugno 2020, finita 3-3. Sotto la guida dell’ex tecnico della Nazionale gioca davanti alla difesa e sfiora i playoff. L’anno seguente, però, durante un allenamento nella settimana che portava i granata alla prima di campionato contro la Reggina, accade l’impensabile: il giocatore, infatti, ha un malore e sviene. Sul calendario, la data del 21 settembre, San Matteo. Il centrocampista viene subito soccorso e portato in ospedale, dove viene sottoposto agli accertamenti del caso che danno esiti al momento confortanti, visto che il 17 ottobre dello stesso anno Dziczek torna tra i convocati per la sfida contro il Pisa, vinta per 4-1. Il rientro in campo, subentrando a Schiavone, per ironia della sorte avviene nella sfida d’andata tra Salernitana e Ascoli (1-0). Durante la stagione che porta la Salernitana nella massima serie totalizza 15 presenze, l’ultima di queste nel pomeriggio da fiato sospeso del 20 febbraio 2021. I granata, sulle ali dell’entusiasmo, erano in trasferta al Del Duca di Ascoli Piceno: doppietta di Gennaro Tutino, gara in discesa. Dziczek entra a partita in corso e all’85’ capitombola da solo in terra, privo di conoscenza: fondamentali Di Tacchio e Parigini, i primi a soccorrerlo, poi l’ingresso istantaneo dei medici e dell’ambulanza sul terreno di gioco. Pochi secondi di ritardo e Dziczek avrebbe potuto non farcela. Da lì, il lungo percorso di riposo e una sequenza di visite, accertamenti e consulti per capire l’origine del problema. Tutto, ovviamente, senza più allenamenti, né partite.

Dopo il malore

Dziczek nei mesi scorsi si è sposato con la bella Patricja, ma ha anche fatto di tutto per mettersi alle spalle i problemi di salute. È volato anche in Qatar per incontrare uno specialista tra quelli scelti per le idoneità mediche e la riabilitazione del prossimo Campionato del Mondo. Le visite hanno portato ad una diagnosi più accurata, che ha confermato «la possibilità parziale e graduale di tornare all’abilità sportiva-riabilitativa seguendo un percorso specifico»; lo stesso che vide Eriksen tornare a calcare il rettangolo di gioco. Mesi e mesi senza il pallone sono tanti ma ora l’aria di casa con il ritorno al Piast Gliwice possono essere importanti per lui. «Per me è bello tornare. Non si tratta solo del Gliwice, ma anche di tornare a giocare: è meraviglioso. Dopo un periodo di visite e controlli per determinare se fosse possibile tornare a giocare, adesso sono ancora più determinato a farlo. Sono contentissimo», ha detto Patryk Dziczek dopo aver firmato il contratto. Il giocatore ha spiegato poi il suo percorso ai canali ufficiali del club polacco: «La prima metà dell’anno sono stato completamente escluso da ogni forma agonistica di allenamento, mentre nei successivi mesi ho svolto un duro lavoro individuale con un preparatore. Ora sono pronto fisicamente e mentalmente. Non ho ancora un livello atletico tale da essere impiegato in prima squadra, ma ci sto lavorando. Avevo promesso che sarei tornato e sapevo che non mi sarei arreso». Forte come pochi, dentro e fuori. In bocca al lupo, Patryk!

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