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Ventura scuote la testa: “Perso 4 punti dopo il 90′, potevamo essere primi. Sono preoccupato”

Questa volta il risultato conta più della prestazione. Lo ammette Gian Piero Ventura, deluso dall’ennesimo successo sfumato nel recupero, perché per la seconda volta consecutiva in casa la Salernitana inciampa all’ultimo metro e cade rovinosamente. Quattro punti in meno sono tanti e oggi i granata potevano addirittura essere in testa alla classifica, invece restano dubbi sulla maturità di una squadra che non sa più vincere. Due punti in tre partite, si può iniziare a parlare di mini crisi. E se anche lo stesso Ventura parla (in più momenti diversi nel corso della conferenza) del risultato più che del gioco espresso, è chiaro che qualcosa non sta funzionando.

Per la prima volta dal suo arrivo a Salerno Ventura è nervoso, quasi infastidito. Sorvola sulle parole pronunciate da Lotito (“io parlo della partita, non commento cosa dice il presidente né cosa dicono gli altri“), risponde piccato e si dice “preoccupato” perché la Salernitana ormai segna solo su rigore. Meno serenità del solito, Ventura non è per nulla soddisfatto di questo pareggio: “Sono rammaricato, a differenza della gara con il Frosinone. Al 93′ di entrambe le partite abbiamo preso gol, con quei 4 punti in più saremmo stati primi in classifica. Avevo accettato il pareggio con il Frosinone perché non avevamo fatto bene, oggi invece ho più rammarico anche perché eravamo in emergenza non solo per chi non c’era ma anche per chi è andato in campo. Akpa è stato stoico a darmi la disponibilità, doveva rientrare con l’Entella e invece ha anticipato i tempi, Kiyine si è allenato poco in settimana e con Akpa è stato il protagonista dell’azione del rigore. Ho percepito grandissima disponibilità come sempre da parte del gruppo, se avessimo vinto nessuno avrebbe avuto da ridire. Va bene comunque, brutto aver lasciato 4 punti al 93’. Due sono abbastanza, quattro sono tanti. Questo è il calcio e va accettato. Ma non si parli di paura di vincere, siamo alla nona di campionato e ne abbiamo vinte quattro”.

Poi Ventura alza i toni: “Da questo momento non userò più la parola emergenza, sennò sembra una giustificazione. Il Perugia è una squadra di categoria con 6-7 undicesimi di qualità rispetto alla media, ha fatto entrare Melchiorri che era in A, aveva Falcinelli, questo significa avere possibilità di cambiare alcune situazioni di gioco. Oggi noi non siamo in condizione di poterlo fare. Anche questo pomeriggio Jaroszynski è stato stoico, non si sentiva bene all’intervallo perché gli girava testa, ma è restato comunque in campo: questo significa disponibilità e voglia feroce di dare un contributo, sono orgoglioso di allenare i giocatori al di là delle qualità”. E ancora: “Sono preoccupato per la mancanza di vittorie in casa e dei gol su azione, ci rifletterò. Nessuno discute le poche conclusioni in porta, se guardiamo i numeri dobbiamo analizzarli perché dicono determinate cose. Io però ho visto giocatori che hanno dato anche quello che non avevano da dare. Lombardi è entrato e d era già in affanno alla fine del ventesimo minuto che ha fatto. Molti hanno messo la faccia dietro e il cuore avanti, col rischio di fare brutte figure. Questo significa che qualcosa, a livello mentale, è stato fatto”.

E siamo alla partita. Dziczek non ha giocato neanche oggi perché “non è un giocatore da ingresso ma da inizio, come concetto generale. Non parla italiano, partirà di nuovo e ogni volta che cerchiamo di dargli qualcosa lui sparisce per la nazionale. Serve pazienza. Ha grandi prospettive e va tenuto nel cofanetto per poi essere tirato fuori nel momento giusto“, mentre Maistro “non stava bene e poteva giocare solo uno spezzone, altrimenti lo avrei preso in considerazione dall’inizio“. Poi passano i minuti, Ventura si rilassa e alla fine si dice anche “soddisfatto, soprattutto nelle condizioni in cui eravamo. Do un 9 per atteggiamento tattico alla mia squadra. Abbiamo concesso una palla pericolosa nel primo tempo e poi quasi più niente. Cerci? Chiaramente non è un amuleto (scherza, nda). Ora il tempo dirà chi siamo, ci sono sempre dei bivi arrivati a questo punto. Evidente che come c’è lo stoicismo in alcuni giocatori, in altri ce n’è meno. Martedì si rigioca, è chiaro che Akpa non può fare tre partite in una settimana, è una persona seria e mi ha dato la parola, ho pregato tutta la notte che non gli succedesse niente. La vedo dura che possa avere continuità. Magari, perché la sua presenza è utile”. 

 

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